“Lo sentite? Un tessuto interminabile dai disegni indefiniti In un tempo indefinito In un’attesa indefinita e segreta Sono io che attendo, tessendo Attendo cosa? per ogni cosa c’è un suo tempo e non ne esiste uno migliore Ah sì, ora so. Aspetto qualcuno che un giorno verrà a prendere questa stoffa e il segreto della tessitura Io stessa lo poserò sulle ginocchia come adesso confido a voi queste parole”
*Testo di Gianluca Medas (Teatro Astra, Sassari, 23 novembre 2024)
La lunga notte di Raffaella. Dove le emozioni e i ricordi vagano, alla ricerca di un “perché”. Dove lei attende che qualcuno un giorno sciolga i nodi della matassa dei suoi pensieri che all’imbrunire si ripresentano per terminare all’alba, quando suo padre la chiama per andare a scuola. Ha dodici anni, Raffaella. Come una farfalla, immagina di volare via. Di librarsi in volo e di liberarsi da quel piccolo mondo che non la comprende, fatto di gesti e parole crudeli che arrivano dai coetanei, ma anche dagli adulti.
Cala la notte e, puntuale, la giostra dei suoi pensieri non si arresta.
“La notte si stende densa di foglie nella casa tutta scintillante di gocce di rugiada e di stelle nel fondo si perde un cavallo azzurro, screziato d’argento“
Così una ragazzina di dodici anni diventa come uno specchio, di fronte al quale lo spettatore non può riflettere se stesso con indifferenza. Lo spettacolo invita a rompere le barriere del moralismo e dei pregiudizi sul tema dei Disturbi Specifici del Linguaggio. La difficoltà di comunicazione di una ragazza che si affaccia al mondo con difficoltà e sofferenza diventa specchio della mancanza di comunicazione dei nostri tempi. Il non capire e il non capirsi. Respingere ciò che è “altro” rispetto a noi, a causa delle nostre abitudini radicate e strutturate.
“Soltanto l’Amore e la Bellezza resistono un po’ al tempo benché io non conosca il significato né dell’una né dell’altra Qualcosa come un tocco leggero sulla nuca“
L’attrice Sofia Quagliano ph. Luciana Satta
«Vengo qui un po’ come un pellegrino – afferma il regista, Franz di Maggio, al termine dello spettacolo -. Sono ligure, di adozione, poi ho vissuto a Pavia. Per tanti anni ho visto gli spettacoli di Gianluca Medas e ho sognato un giorno di poter lavorare con lui. Un giorno ha fatto una cosa straordinaria: ha preso un aereo, è venuto a Pavia e mi ha chiesto di fare la regia di questo spettacolo. Sono onorato e felice di questa occasione che mi ha dato e onorato e felice di lavorare con queste persone che sono qui accanto, Sofia Quagliano e Nicola Agus».
Il polistrumentista Nicola Agus ph. Luciana Satta
La Lunga notte – Volevo essere una farfalla (di Gianluca Medas, regia di Franz di Maggio, con Sofia Quagliano, musica dal vivo Nicola Agus) è andato in scena sabato 23 novembre ed è inserito nel cartellone del XXXIV Festival Etnia e Teatralità della Compagnia Teatro Sassari.
Un altro momento dello spettacolo al teatro Astra ph. Luciana Satta
La locandina e il cartellone del XXXIV Festival Etnia e Teatralità, dedicato a Giampiero Cubeddu
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